Una notte d'estate
, le conchiglie, i bachi della seta; quelli han sempre badato a collocarsi stabilmente. Aggiungete che fabbricando si fa un piacere a molti; al governo
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scagliato. - Credete, signor Bendinello, son ciarle di scioperati, fors'anche di malevoli seminatori di zizzanie tra i buoni; - si provò egli a rispondere
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la schiuma alla bocca. - Due cose a cui sarà stile e decoroso il provvedere; - notò il serenissimo doge Pietro Durazzo. - Ma alla prima penseranno i
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? A viaggiare, ripeto. Cosi vi passeranno i grilli. Per guarire di quest'incomodo non c'è rimedio migliore; - soggiunse il magninco Gian Luca
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affrettò a spengerle con due opportune soffiate; ma perchè i lucignoli, insieme con due scappate di fumo attraverso i tubi, mandavano un odore
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lui alla moda, facendone venire di tutte le varietà, da tutti i giardini d'Italia! A buon conto, sarebbe andato quel giorno medesimo dal cavalier Bucco
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. - Son già i manovali. - Che manovali? - esclamò il signor Ascanio, coll'aria di uno che caschi dalle nuvole. - I manovali dello sgomberatore. - Ah! e
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, diceva tra sè: eccoli, i miei roveti; qui ho lasciato un bioccolo di lana, qui a dirittura un pezzo di pelle. E rideva; un po' verde, alle volte, ma
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in ordine la casa; non doveva tardar troppo a riordinarsi la testa. Passeggiava, il signor Ascanio, passeggiava per i suoi stanzoni, colla superba
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, e di nome e di fatto; palazzo antico, e in una via delle più frequentate di Genova; tutto questo ha i suoi pregi innegabili; ma non è senza
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Quando fu ritornato a casa, il signor Ascanio guardò con aria di compassione i suoi stanzoni, i suoi cornicioni, i suoi stucchi. I mobili
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intravedeva lì per lì, sarebbe stato troppo grosso. Il signor Ascanio ebbe la presenza d'animo di non lasciar cadere i suoi cinque tomi in folio; scese
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fra i tuoi libri, ora in quella scansìa, ora in quell'altra. Voglio tutti i miei comodi; amo variare, secondo le stagioni e gli umori. Mi scaldo
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quadro, bellezza matura, fra i trenta e i quaranta. Bisognerebbe, dicono di padre in figlio i miei ragni, bisognerebbe averla veduta a diciotto, che
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della sua presenza la scena del mondo. Così passa l'eta degli amori e degli svaghi, ognuno facendo i fatti suoi. Segue l'età delle piccole e delle grandi
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